Gruppi, Stories e scambi privati, sarà questo ciò su cui Facebook punterà e che Mark Zuckerberg ha presentato ieri alla conferenza degli sviluppatori.

In arrivo nei prossimi mesi su desktop la più importante novità di Facebook da cinque anni a questa parte. Non si tratta solo dell’aspetto esteriore e del colore, (non sarà più blu), nel rimaneggiamento il social network farà largo a spazi privati e tutela della privacy.

Nel nuovo aspetto di Facebook spuntano due dei formati su cui Zuck vuole puntare:
Stories:  Effimere e gradite all’utenza più giovane, conquistano la parte alta della colonna centrale anche su desktop.
Gruppi:  Dallo schermo da scrivania sono la prima voce della colonna a sinistra, entrano nel menu in alto come alternativa al news feed e hanno uno spazio dedicato nella colonna a destra, per aiutare gli utenti a scoprirne di nuovi.
Poi è stata creata una sezione ad hoc per cercarli per parole chiave e ancora, per assicurarsi la nostra effettiva partecipazione, ci darà la possibilità di postare direttamente nei Gruppi quando scriviamo un post dal nostro profilo con la possibilità di fare domande in forma anonima se la comunità in questione è intitolata a problemi di salute.

Il fine ultimo di tutto ciò è chiaro, Facebook prova a risvegliare i suoi utenti: negli Stati Uniti nel 2018 la percentuale di utenti che ha pubblicato un post è scesa del 32% ricordando loro che possono discutere di ciò che li stimola in contesti (se non privati, come le chat) circoscritti. Il rischio però è di confinare le persone sempre negli stessi spazi e argomenti. La cosiddetta filter bubble, di cui il colosso non sembra preoccuparsi più di tanto.

Zuckerberg ha inoltre dichiarato che stanno lavorando duramente per rimuovere gruppi che fanno disinformazione o parlano di argomenti che vanno contro e violano le policy. Nuova veste e strategia, soliti problemi, insomma.
Il terzo formato su cui punterà l’imprenditore 34 enne è la messaggistica, scambi privati e criptati tra Messenger, Whatsapp e Direct senza dover cambiare applicazione. Come se ci si stesse scrivendo da un operatore di telefonia all’altro.