Un’indagine della società di sicurezza informatica Cyble rivela che un gruppo di hacker sarebbe riuscito ad accedere alle password, ai collegamenti Url e alle chiavi host di mezzo milione di account, per poi venderli sui forum del dark web.
Il furto è avvenuto attraverso uno schema di attacchi informatici chiamati “credential stuffing”. I pirati informatici fanno leva sul fatto che le persone utilizzino le stesse credenziali per accedere a più applicazioni, siti e servizi.
Nelle scorse settimane, la piattaforma Zoom era già stata al centro di accuse riguardanti la violazione della privacy degli utenti, tanto che il Senato USA, Google e altre istituzioni e aziende hanno fatto divieto assoluto di utilizzarla.
Zoom è corsa ai ripari dotandosi di un consulente di primo piano per riabilitare la propria immagine e risolvere i problemi di cybersecurity: la scelta è ricaduta su Alex Stamos, ex capo della sicurezza di Facebook.
“In un tempo di crisi globale, Zoom è diventato un collegamento importante tra lavoratori, famiglie, amici e, più importante, tra insegnanti e studenti – ha affermato Stamos – Zoom ha del lavoro importante da svolgere sulla sicurezza dell’applicazione, dell’infrastruttura e la progettazione crittografica”.
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