Sicurezza informatica: il cybercrime prolifica con la pandemia, attacchi critici al 53%
Ad esserne convinti sono anche i ricercatori di CybergON, la business unit di cybersecurity dell’italiana Elmec Informatica che, compilando una sorta di mappa del rischio per il 2021 ha individuato i problemi che specialisti e responsabili di infrastrutture e applicazioni dovranno affrontare.
Nel loro elenco delle cattive abitudini di cui liberarsi includono il fatto che:
- oltre la metà degli utenti riutilizza password precedentemente oggetto di un data breach; che le aziende non si sono organizzate per aggiornare i sistemi e che ancora inseriscono nome utente e relativa password all’interno degli applicativi informatici
- i livelli di accesso alle attività aziendali non sono ancora compartimentati per ridurre i rischi.
- Infine, che non sempre hanno un backup a prova di ransomware e raramente mettono al sicuro i log, cioè le tracce degli accessi che gli intrusi cancellano subito nel caso di compromissione di una macchina.
Cybercrime, nel 2021 danni per 20 miliardi di dollari
CybergON nel suo “almanacco delle minacce” ricorda che il Cybercrime, definito dal World Economic Forum di Davos la terza economia al mondo, potrebbe costare complessivamente circa 10 milioni di dollari al secondo per tutto il 2021 sulla base dei dati del Surrey Centre for Cyber Security.
I danni provocati dai soli attacchi Ransomware, secondo l’azienda, arriveranno a 20 miliardi di dollari nel 2021. Anche perché aumenterà in maniera esponenziale la così detta superficie di attacco. Entro il 2023 infatti il numero di dispositivi connessi alla rete triplicherà, mentre la sicurezza della tecnologia 5G che metterà in rete case e uffici domotici non è ancora bene definita.
Anche la Dad nel mirino degli hacker
Le piattaforme di didattica a distanza si confermano nel mirino degli hacker, con oltre un miliardo di ragazzi nel mondo costretti dalla pandemia alla Dad (didattica a distanza). Secondo una ricerca di Kaspersky, a gennaio il cybercrime contro i servizi online dedicati alla scuola sono aumentati del 60% rispetto alla prima metà del 2020.
La più colpita e anche la più popolare è Zoom, con più di 300 milioni di utenti al giorno. La seconda piattaforma più sfruttata dai cybercriminali è stata Moodle, seguita da Google Meet. Kaspersky stima che circa il 98% delle minacce incontrate erano ‘not-a-virus’, che si dividono in adware e riskware.
L’adware bombarda gli utenti con annunci pubblicitari indesiderati, mentre il riskware è costituito da vari file che possono eseguire varie azioni sul computer dell’utente senza il suo consenso.
Le minacce che sfruttano popolari app per video riunioni e piattaforme di corsi online raggiungono l’utente attraverso falsi installatori di applicazioni, con cui entrano in contatto su siti web non ufficiali progettati per sembrare le piattaforme originali o all’interno di e-mail di phishing camuffate da offerte speciali o da notifiche della piattaforma.
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